Sbandate reattive
Le certezze del Novecento che affermavano verità definitive quanto rovinose hanno, per reazione, prodotto l’attuale relativismo. Forse siamo inconsapevoli nipoti di Nietzsche, nonno del frammentato e un po’ nichilista post moderno: «I fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni», altrimenti non si spiegherebbe come Berlusconi, Renzi, Salvini e Di Maio, pur sparando due palle ogni cinque parole proferite abbiano, a turno, ottenuto un notevole consenso popolare. Come se la verità e l’oggettività sia ciò che di volta, in volta, crediamo.
Vero che le ideologie o le religioni proclamanti delle verità definitive risultano, prima, o poi, inconciliabili con la vita degli uomini, nondimeno il reagire a questi dogmatismi predicando l’assenza di qualsiasi oggettività e verità produce non pochi problemi, dai veniali edonismi agli eccessivi scetticismi, dai qualunquismi ai nichilismi che preparano e favoriscono il ritorno di quelle disastrose verità assolute che si volevano combattere.
Forse meglio evitare percorsi sdrucciolevoli e riconoscere qualche verità e oggettività, sì parziale e provvisoria ma non per questo inesistente. Accettare sobriamente -ovvero sottoponendola a continua indagine- qualche verità considerandola portante non sarebbe poi male, come l’accadere della natura, di me, degli altri, quel giusto per non sbandare e sbattere.
32 euro e 50 centesimi
In un angolo sperduto dell'universo galleggiava un pianeta abitato da strani animali denominato Terra. Nell’Anno 2016, addì 31 del mese di gennaio alle ore 10,45 di quel tempo planetario là, nel basso mantovano, un rom rubò il portafogli a un cittadino del posto. Accadde nei giardinetti comunali tra il monumento ai Caduti e la panchina e la vittima avvertì all'istante quel metro quadro fulcro di tutta la storia umana e dell'universo intero.
In quel preciso momento cessò di riconoscere la dignità e i diritti inalienabili di tutti i suoi simili e iniziò a giudicarli in base alla razza. Vide la nazione dov'era nato immensa e sacra, anche se sulla carta geografica del mondo era più piccola di una fava e non più virtuosa delle altre. Vide i nati sul suo patrio suolo i soli degni d'abitare la terra, anche se di fatto erano lo 0,92% della popolazione del mondo. Vide orde d’immigrati che lo stavano invadendo compiendo viaggi terribili per portargli via il portafogli, anche se gli stranieri presenti nella sua la nazione erano meno del 10% e quelli in paese il 5,4% e non tutti ladri.
Era così concentrato in queste faccende da non accorgersi che ogni anno nascevano sulla terra più persone straniere di tutte quelle che abitavano la sua nazione. Quei 32 euro e 50 centesimi che gli avevano portato via valevano per lui più di tutta la storia della civiltà, più dell'umanità, più della vita stessa di chi diverso. Nel saperlo anche suo cugino diventò come lui, così, per sentito dire.
E pensare che sarebbe bastato dare del fetente al ladruncolo e chiuderla lì.
Metafisica del Verbasco
Andando per campi additano una pianta nella ghiaia e chiedono all’erborista: « E questa cos’è? » e quello tra nonchalance e tronfiezza sancisce: « Verbascum sinuatum ! »
Sembra che l'erborista in quel proferire porti alla luce da mondi misteriosi un’entità inafferrabile, invece ha soltanto ridetto un umano arbitrio condiviso inventato per inventariare l’universo così da addomesticarlo.
Cos’è per davvero quella cosa (e ogni cosa) nessuno lo sa ancora con certezza. Stiliamo sempre meglio quello che c’è, ma del cos'è ogni cosa che c’è, come è, perché è, ne sappiamo ancora come 2.500 anni fa.
"opinioni di un erborista" video lettura
L’inviato speciale
Siccome l’occhio non può vedersi per introspezionarsi bisogna essere necessariamente in due, uno che fa e uno che lo osserva.
Una buona accoppiata è quella composta, nella medesima persona, da uno scavezzacollo che salta nel vuoto e da un altro che serio e con i piedi per terra descrive con precisione il volo e poi raccatta i pezzi.
Libera circolazione ontologica
Che cosa causa quel particolare piacere che talvolta sperimentiamo nell’osservare la natura? Forse l’intuizione in presa diretta che il nostro pensiero e la montagna che abbiamo davanti funzionano attivati dalla medesima forza. Una sorta di corrispondenza matematica tra l’umano pensiero e gli enti che gli stanno attorno, consapevolezza che il più delle volte sfugge perché subcosciente.
Però di questo labile dissolversi della frontiera che ci separa dalle cose ne permane l’impressione. Produce un pacato piacere composto da un 45% di soddisfazione, da 35% di pace e da un 20% di senso del sublime che genera rispetto, è per questo che tale piacere è silente e non baldante.
Opinioni di un erborista video
http://www.brunovergani.it/item/4418-opinioni-di-un-erborista.html#itemVideoAnchor
Opinioni di un erborista
Ieri sera abbiamo messo in scena il mio testo “Opinioni di un erborista” grazie alla riscrittura teatrale di Vincenzo Todesco.
Lo leggo nel video sotto.
Composti
Formula dell’acqua H2O, dell’acqua ossigenata H2O2, dell’acqua benedetta?
Accettare di appartenere al sommo funzionamento della natura rifiutando di venirne macinati, così da desiderare di fondersi nell’universo rimanendo ancora se stessi, è una contraddittoria pretesa antropocentrica.
Eppure quel ingenuo arrabattarsi, emulsione di rassegnazione e resistenza, è forse il composto più potente che esiste in natura, indubbiamente il più strano.
Idiota violenza
Se nel far di conto otteniamo un risultato assurdo o nel traslocare il tavolo non ci passa dalla porta della cucina dove volevamo metterlo, consideriamo un errore di calcolo o di procedura riconoscendo di aver realizzato una frattura nel rapporto tra il nostro pensiero e la realtà (tecnicamente chiacchiera), da qui evitando di insistere ricominciamo daccapo provando a pensare e dire con differente ordine e contenuto.
Può anche accadere, però, che in altri più seri contesti si tiri dritto indenni, del tutto indifferenti alle assurdità, anche disastrose, che il nostro insufficiente o errato pensare e dire producono.
Fin dai primordi dell’umanità è apparsa nell’intimo della persona una strana teoria che conferisce agli umani l’impressione di un’illimitata, o perlomeno notevole, veridicità del proprio pensiero individuale, governandone a priori l'immediata autorità (il giustificazionismo lo fa, invece, a posteriori). Infantile istintività, talora tanto radicata da farci prendere a calci la porta della cucina se il tavolo non ci passa, metaforicamente e letteralmente...