Ernesto Galli della Loggia nell’editoriale di ieri «Venti anni di dissipazione» pubblicato dal Corriere della Sera, afferma:
«Ci mancano energie, idee, donne e uomini nuovi. Non per nulla, nell'assenza di qualunque soluzione audacemente imprevedibile, di una qualsivoglia inedita, valida, vocazione collettiva e personale, e stante l'incapacità sempre più clamorosa dei partiti di essere qualcosa di diverso dal passato, non ci è restato altro, per far comunque qualcosa di fronte all'emergenza, che ricorrere all' union sacrée di tutto il vecchio. A una versione aggiornata delle «convergenze parallele».
Nel diagnosticare penuria di vocazione personale lo stralcio dell’editoriale mi lascia perplesso: nel rendicontare il mio percorso degli ultimi venti anni, nell’osservare quelli di numerosi amici, nel considerare il profitto che ottengo nel leggere e incontrare autori valorosi, vedo più guadagno che dissipazione. Vocazioni personali e collettive in inequivocabile attivo.
Livellare pretescamente, come uno schiacciasassi, il Soggetto alla misera situazione dell’attuale Governo e della sua opposizione, attribuendo a questi valore assoluto e totalizzante sulla persona - Ente che dall’alto magicamente la determina al cento per cento - è operazione pericolosa, scorretta e violenta. L’evidenza dice che io e i miei amici siamo meglio di Governo e opposizione.
Meglio saperlo. Meglio ricordarselo. Meglio, se proprio inevitabile, essere depressi per valido motivo. Meglio decostruire e difendersi rapidi da falsi messaggi di nostrani maîtres à penser.