Con sistematico e devoto riferimento all’etica* di Benedetto XVI, Giuliano Ferrara si oppone ai relativismi e agli indifferentismi morali e da lì giudica il mondo e valuta gli uomini, ma nel caso di B. si trasforma inopinatamente in «intransigente e rissoso e attaccabrighe quando improvvisati maestri di etica pubblica si fanno cattedratici della morale privata altrui».
In questa repentina spaccatura di pensiero come fa a non rompersi? Portento sofistico l’essere capaci di giudicare talebano - per violenta ingerenza nelle faccende altrui - il tribunale di Milano e nel contempo aver avuto la faccia di portare, e di far portare, una bottiglia d’acqua in piazza per Eluana Englaro.
*«Il soggetto decide, in base alle sue esperienze, che cosa gli appare religiosamente sostenibile, e la “coscienza” soggettiva diventa in definitiva l’unica istanza etica. In questo modo, però, l’ethos e la religione perdono la loro forza di creare una comunità e scadono nell’ambito della discrezionalità personale. È questa una condizione pericolosa per l’umanità.»
Benedetto XVI Aula Magna dell’Università di Regensburg, 12 settembre 2006