BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Venerdì, 18 Gennaio 2013 12:33

«Come non detto»

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Un mosaico che invece di cubetti di pietra colorata assemblati su una parete unisce in sequenza duemila differenti parole, stilemi e frasi, di altrettanti autori. Questo è «Come non detto», poema ipertestuale sperimentale di Marco Cetera. Non è un collage letterario e nemmeno paciugo: la sequenza delle parole obbedisce al progetto dell’autore che - a modo suo - estrapola da opere esistenti singole parole, o insiemi di parole, per creare una narrazione. Il materiale letterario di partenza è vario, sovente valoroso. Il “poema” oltre che musivo è ipertestuale dunque da leggersi su computer o lettore eBook, ogni frammento è accompagnato da un link che fornisce al lettore la fonte bibliografica della citazione, è anche possibile accedere online alla biografia di ogni specifico autore.

L’estrapolazione e l’assemblaggio di parole singole che Cetera prende dalle opere letterarie, nel complesso compito di costruire la trama del “suo” racconto “originale”, appare di poco interesse - nulla cambierebbe dall’attingere tale singola parola dal dizionario invece che da opera letteraria - ma è sufficiente che i lemmi raccolti siano anche solo due e l’esperimento appare interessante: incontriamo uno stile disinibito, fresco, coraggioso, forte. Di fronte a questo valore e piacere inaspettato sorge spontanea la domanda: fino a che punto abbiamo la possibilità di enunciare un pensiero che sia davvero nostro; l’arte è assemblaggio di fotocopie? Cetera intervistato in proposito rispondeva: «Nel 1968, Roland Barthes annuncia “la morte dell’autore”. Secondo il semiologo francese l’autore non esiste, si riduce a mero luogo di incontro di linguaggio, citazioni, ripetizioni, echi e referenze. In un certo senso, “Come non detto” vuole essere una dimostrazione empirica della tesi sostenuta da Barthes.»

Nel leggere il testo si avverte tutt’altro: il poema sta in piedi non per forza propria ma per forza atomica intrinseca di qualche mattone particolarmente valoroso, che inserito al posto giusto, o anche sbagliato, riesce ad emancipare tutti gli altri mattoni e il loro accostamento dalla banalità. L’autore, gli autori, esistono: tanto potenti dall’avere generato mattoni forti e originali che stanno in piedi da soli indenni a qualsiasi assemblaggio e capaci di valorizzare ogni mattone - anche se minore o insignificante - che gli si avvicini.
 

Come non detto
poema musivo ipertestuale
di Marco Cetera
http://www.comenondetto.net/
L'eBook si puo' scaricare gratuitamente da:
http://www.comenondetto.net/ebook/

4 commenti

  • Link al commento matilde cesaro Venerdì, 18 Gennaio 2013 13:26 inviato da matilde cesaro

    l'essenza onirica delle parole.
    fonemi, grafemi e stilemi per tutti.
    cassaforti del sapere o saperi in cassaforte.
    sono per le evasioni!
    (l'operazione mi piace proprio molto!)

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  • Link al commento Bruno Vergani Venerdì, 18 Gennaio 2013 15:56 inviato da Bruno Vergani

    Cara Matilde, in effetti ricorda assai il tuo stile. Dopo che hai letto fammi sapere se condividi il mio giudizio riguardo la riuscita dell’operazione: per me il merito sta in specifici frammenti valorosi capaci, per forza propria, di dinamizzare tutto il resto. Uno stilema di due parole può tenere in piedi diverse pagine. In altri termini l’esperimento funziona se almeno qualche frammento viene estrapolato da una miniera valorosa (non necessariamente d’oro, va bene anche la fogna), ma se si raccoglie solo e sempre in discarica (tipo il linguaggio pubblicitario) tutto collassa.

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  • Link al commento Marco Cetera Venerdì, 18 Gennaio 2013 21:27 inviato da Marco Cetera

    Grazie!

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  • Link al commento matilde cesaro Sabato, 19 Gennaio 2013 08:28 inviato da matilde cesaro

    Caro Bruno,
    trovata stamattina su fb...

    Ogni parola, per quanto sincera, è pur sempre una citazione. Non ci appartiene del tutto. E' stata già pensata, scritta, pronunciata, e ascoltata da qualcuno prima di noi. I silenzi, invece, non li puoi citare. Ogni silenzio è unico. Appartiene esclusivamente a chi lo vive. Ecco. Ecco perché posso dirtelo a parole, ma devo spiegartelo in silenzio.
    [Nicole; Ossimorσ Tσssicσ.)

    La fonte a volte può essere impropria
    (unico aggettivo per non cedere al biasimo giudichevole...)
    l'uso fa la differenza.

    Cassaforti piene.
    Chi vuole le mie mele?
    (citazione da un film di un millennio fa)

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