«Taranto Libera» è il titolo del video musicale cantato e interpretato da 30 artisti tarantini. Atto artistico che emancipa dalla rassegnazione e inizia a pulire l’aria della loro, della nostra, città.
Promotore dell'iniziativa e autore di musica e testo Marco De Bartolomeo; regia del videoclip di Andrea Basile, anche loro tarantini. Atto culturale e politico, De Bartolomeo spiega: «Tutto quello che sta accadendo, è anche frutto di un impoverimento culturale e noi, con la nostra canzone, vogliamo risvegliare le coscienze». Autori, artisti e tecnici si sono autofinanziati e la divulgazione dell’opera, in rete da qualche giorno, è assolutamente gratuita.
Testo semplice, onesto. Musica purtroppo dozzinale e anche puttana: invece del testo che invita alla dignità e a combattere per una città sana si potrebbero sbattere dentro parole che reclamizzano assorbenti, merendine industriali, anticalcari per lavatrici, o crociere ai Caraibi e - quella musica - invece di vomitarle, le accoglierebbe compiaciuta. Mentre gli ascoltatori, e io con loro, si commuovono invitiamo l’autore della musica a tal esercizio di consapevolezza estetica. Si sa agli artisti è chiesto di più, nella fattispecie a maggior ragione.
Edmund Burke già spiegava che la bellezza non necessariamente sta in piedi per forza oggettiva e intrinseca ma grazie al contesto e all’intento del pubblico, in quanto direttamente legata alla nostra disposizione di ascoltatori e alla nostra pregiudiziale simpatia verso l'oggetto che determiniamo "bello". La musica di «Taranto Libera» che da dozzinale diventa inno è la prova provata di questa esaltazione a prescindere, procurata dalla tematica e dal contesto invece che dal merito. Commoviamoci. Consapevoli è meglio.