La puntata di Report del 4 novembre - "Il Papa Re" di Alberto Nerazzini - ha mostrato il fenomeno politico Formigoni in relazione al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione fondato da don Giussani. All'indomani della trasmissione, mentre Formigoni twittava «Attacco vergognoso a Cl. Su di me tutte storie vecchie già dimostrate false. Comunque pagherai i danni», la rivista Tempi - vicina a Comunione e liberazione - riportava alcune reazioni come quella di Paolo Valentini, capogruppo del Pdl in Regione Lombardia, che ha dichiarato: «Ho assistito alla trasmissione Report e analizzando lo spezzone che mi riguarda constato che così montato non corrisponde all'intervista da me rilasciata». O quella del Sussidiario, dove Augusto Lodolini, nell'intervento intitolato "Report - Formigoni, Cl e quel montaggio d'assalto", avvalora le perplessità di Valentini elaborando una micro lezione di tecnica cinematografica, tesa a informare il lettore della potenza del montaggio: «Gigantesco orco proteiforme rispetto al nano rappresentato dalla impaginazione dello strumento cartaceo».
L'eroe della puntata di Report è stato Marco Palmisano, un giro su Google ed esce primo, così: «Marco Palmisano è un giovane dirigente televisivo di successo, un uomo intelligente e ricco di fascino, affermato nel lavoro come nella vita privata, pieno di [...]». Nella puntata aveva proclamato l'attuale arcivescovo di Milano, con altri esponenti ciellini, maestri politici di Berlusconi. Anche Palmisano, molto deluso della trasmissione, ha diramato una nota diffusa da Tempi: «Ben altro trattamento meritavano gli ascoltatori riguardo ad un importante fenomeno educativo e culturale che riguarda centinaia di migliaia di persone sparse in Italia, in Europa e nel mondo. La pochezza del servizio è dimostrata dall'unico e totale accanimento della redazione nel voler cercare a tutti i costi gravi colpe ed errori a carico di Cl e del presidente della Regione Formigoni. Non trovandone, il loro presunto scoop è stato il fatto di aver appreso che importanti esponenti di Cl avrebbero impartito lezioni di economia e cultura politica al cavalier Berlusconi a metà degli anni Settanta.»
Ancora da Tempi Marco Molon, forse il più acuto, paragona la puntata di Report alla tragedia greca e nel profondo si domanda: «Com'è possibile che noi [ciellini, ndr], così capaci di dare risposte imponenti alle domande dell'uomo, non si sia capaci di dare una risposta decente a un giornalista fazioso? [...] Pare quasi l'impianto di una tragedia greca. Chi ha avuto il dono della Risposta e delle risposte non riesce a rispondere. Vi verrà da ridere ma anch'io non ho una risposta a questo paradosso. Proprio qui sta il bello delle tragedie greche».
Non sappiamo quanto c'entri la bellezza con l'incapacità di rispondere rimanendo impaludati in paradossi e neppure se le immagini di alcuni Memores Domini, i ciellini adulti, che sfuggono al videogiornalista di Report come vucumprà abusivi alla vista del vigile urbano, sia dinamica congrua alla tragedia greca o alla commedia italiana, però la domanda che Molon mette in piazza non è male. Un contributo alla risposta gli è dovuto.
Forse l'inghippo alberga preciso nella concezione della persona, del singolo, nella visione ecclesiologica di Comunione e liberazione. La persona è giudicata di per sé nulla, ma diventa tutto se riconosce la presenza di Dio nel gruppo d'appartenenza. Fuori da lì è persa nel niente, invece all'interno del gruppo plasmata in eterno nelle fibre dell'essere da Cristo stesso. Sarebbe forse utile domandarsi se sia più proficua all'uomo la capacità e il coraggio del pensiero personale in azione invece che l'affidamento a presupposti Enti divini che, misteriosamente, albergherebbero in umane compagnie. Comunità di uomini giudicata dagli appartenenti sovrumana e divina espressione dell'ineffabile, paradisiaco, grandioso, idilliaco, supremo, stupendo, eccelso, altissimo, immenso, indicibile, sconfinato, assoluto Ente, contrapposto alla nullità del singolo.
All'interno di questa concezione il singolo tende a inibirsi, a rimpicciolirsi, per esplodere nella gloria divina del trionfo collettivo, per poi impegnarsi a espanderlo ad oltranza ovunque. Conseguenze: delirio di onnipotenza o di piccolezza e la puntata di Report ha rendicontato entrambe le varianti. Il montaggio cinematografico non c'entra, il gigantesco orco proteiforme è proprio un altro.
qui il video mia intervista da 18:39