BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Venerdì, 19 Ottobre 2012 08:26

provinciale esaltazione

Scritto da 

Nei giorni che in Africa i cristiani muoiono a decine vittime di attentati, ce ne vuole di disinvoltura nell’appaiare alle tematiche della persecuzione e del martirio le faccende lombarde. Il settimanale Tempi lo fa con un articolo di Antonio Simone che propone, ai ciellini e alla piazza, uno stralcio di don Giussani estrapolato da una conversazione del 1972.

Giussani separa l’universo in due: da una parte i ciellini, dall’altra il mondo cattivo. Nel momento della persecuzione, dello smarrimento, quando «il mondo riderà, e voi piangerete», Giussani offre al “perseguitato” due opzioni precise e obbligate:

da una parte dello spartiacque il ciellini combattenti che sfidano il mondo rimanendo fedeli alla propria storia;

dall’altra quelli codardi che strizzano l’occhio al mondo, «gattemorte» condannate a ritirarsi in una fede intimistica «attorno al campanile o nei gruppi di comunione».

Considerando entrambe le opzioni non piacevoli e neppure del tutto sane ne suggerirei una terza: il pensare con la propria testa, ma purtroppo sembra che molti ciellini facciano di tutto per scrollarsi di dosso la titolarità del proprio pensiero.

E’ evidente che nelle parole di Giussani è presente un’esaltazione eroica un po’ sopra le righe ai tempi giustificata dal contesto, mi riferisco alla violenza gratuita di una certa sinistra extraparlamentare. Riproporle adesso come istigazione ricattatoria alla difesa ad oltranza del Celeste e entourage, si giudica da sé.

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Dicembre 2012 12:51

7 commenti

  • Link al commento Andrea martegani Venerdì, 19 Ottobre 2012 09:50 inviato da Andrea martegani

    Ciao! hai letto l'ultimo articolo di socci? cosa ne pensi?

    Rapporto
  • Link al commento Andrea Martegani Venerdì, 19 Ottobre 2012 10:41 inviato da Andrea Martegani

    Dimmi se trovi una somiglianza con cl leggendo questo scritto.



    Beato John Henry Newman “Fede e Settarismo” Il rischio della formazione di una setta attraverso la fede religiosa




    Trascrivo degli scritti di John Henry Newman tratti dal dal Sermone XIV “La Sapienza, opposta alla fede e al settarismo”. L’intero sermone si può leggere in scritti filosofici ed. Bompiani



    “L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno” 1 Corinzi, II, 15



    Il sistema, che è l’anima stessa, o, per essere più precisi, la causa formale della filosofia quando venga esercitata su una conoscenza adeguata, quando o nella misura in cui la conoscenza è limitata o incompleta, produce, o tende a produrre, soltanto teorici, dogmatici, filosofanti e settari.



    Fede e Settarismo:



    Ora, certamente, la fede si può confondere con il settarismo, con il dogmatismo, con la sicurezza di sè e con simili abitudini della mente, per diverse plausibili ragioni…..

    La fede, dunque, per quanto sia una supposizione, ha questa peculiarità, che viene esercitata con senso di responsabilità. Quando le nostre supposizioni riguardano un ambito vasto, quando si sforzano di essere sistematiche e filosofiche, quando ci si abbandona ad esse in materia di speculazione, non di comportamento, non in riferimento a se stessi, ma ad altri, è allora che meritano il nome di SETTARISMO e di dogmatismo. Infatti, in tal caso facciamo un uso errato della luce che ci viene data, e confondiamo quella che è “lampada per i miei passi” ( Salmi 119, 105 ) con quello che è il sole per il cielo.

    Ancora, è vero che la fede come il settarismo sostiene affermazioni dogmatiche che vanno al di là della sua conoscenza. Usa parole, frasi proposizioni, accetta dottrine e pratiche che capisce solo parzialmente, o non capisce affatto. Ora, finchè queste affermazioni non sono connesse a questioni di questo mondo, ma a cose celesti, naturalmente non sono prova di settarismo. Come la più ampia esperienza della vita non tenderebbe ad eliminare il mistero della dottrina della Santa Trinità, così neppure la più limitata ci priva del diritto di affermarla. Molta conoscenza e poca conoscenza ci lasciano davvero come eravamo, in materie di questo genere.

    Ma il caso è molto diverso quando sono in discussione questioni di carattere sociale o morale, che pretendono di essere regole o massime per l’aggregazione o la condotta politiche, per il benessere del mondo, o per la guida dell’opinione pubblica.



    Ora, che di fatto la fede possa finire nel settarismo, o possa intrecciarsi con il settarismo in questo o quel caso, naturalmente non lo nego; nello stesso tempo, queste due disposizioni della mente, qualunque siano le loro somiglianze, differiscono nel loro dogmatismo in questo:

    ■Il SETTARISMO dichiara di comprendere ciò che afferma, benchè non sia così; esso argomenta e inferisce, rifiuta la fede, e fa sfoggio della ragione al suo posto. Esso sopravvive, non abbandonando l’argomentazione, ma argomentando in un unico modo. Assume non una posizione religiosa ma filosofica; avanza il diritto della sapienza, mentre la fede fin dall’inizio rende gli uomini desiderosi, con l’Apostolo, di essere folli per Cristo. Hanno i loro termini e i loro nomi per ogni cosa; e non si devono toccare più di quanto non si tocchino le cose che indicano. Parole di partiti o di politici, di tempi recenti, ai loro occhi sono tanto una parte della verità, quanto se fossero la voce della Scrittura o della Santa Chiesa. Hanno la loro unica idea o la loro nozione preferita che si presenta loro in ogni occasione. Hanno uno o due luoghi comuni, che tirano fuori di continuo, in una specie di pedanteria e hanno le loro forme, gerarchie e usi, che a loro sono tanto sacri quanto i Sacramenti datici dal Cielo.


    ■La FEDE inizia mettendo da parte il ragionamento, e propone invece la semplice obbedienza ad un comandamento rivelato. I suoi discepoli dichiarano di non essere nè statisti nè filosofi; che non sviluppano principi nè costruiscono sistemi; che il loro fine ultimo non è la persuasione, la popolarità o il successo; che fanno solo la volontà di Dio, e desiderano la sua gloria. San Paolo diceva: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perchè nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio”



    Come varia il mondo circostante, così variano anche, non i principi della dottrina di Cristo, ma la forma esteriore e il colore che essi assumono. E così la Fede è sempre lo strumento per apprendere qualcosa di nuovo, e in questo aspetto differisce dal Settarismo, che non ha elementi per avanzare in essa, ed è nella persuasione pratica di non aver niente da imparare. Per la mente angusta e il settario diciotto secoli di storia della Chiesa sono incomprensibili e inutili.

    E’ la peculiarità della fede, dunque, quella di formare i suoi giudizi in un senso di dovere e responsabilità, con l’attenzione al comportamento personale, secondo le direttive rivelate, confessando la propria ignoranza, senza preoccuparsi delle conseguenze, in spirito docile e umile, eppure su un raggio di temi che neppure la stessa filosofia può superare.

    In tutti questi aspetti essa è opposta al settarismo dove Gli uomini di mente limitata, lungi dal confessare ignoranza e dall’affermare la verità principalmente per dovere, dichiarano, come ho appena osservato, di comprendere la materia che affrontano e i principi che vi applicano. Non vedono difficoltà. Ritengono di sostenere le loro dottrine almeno tanto in base alla ragione quanto in base alla fede; e si aspettano di essere in grado di convincere altri a credervi, e sono impazienti quando non riescono a farlo. Pensano di professare proprio la verità che rende facili tutte le cose. Hanno la loro unica idea o la loro nozione preferita che si presenta loro in ogni occasione. Hanno uno o due luoghi comuni, che tirano fuori di continuo, in una specie di pedanteria, essendo incapaci di discutere, in un modo naturale e non costretto, o di lasciare che i pensieri prendano il loro corso, fiduciosi che alla fine giungeranno a casa sani e salvi. Forse hanno scoperto, come pensano, l’idea guida, la semplice visione, o la somma e la sostanza del Vangelo; e insistono su questo o quel principio isolato, scelto da loro stessi a danno del resto dello schema rivelato. Vedervi meno di quanto vedono loro, significa, nel loro giudizio respingerlo; vedervi di più, significa dissimulare. Hanno i loro termini e i loro nomi per ogni cosa; e non si devono toccare più di quanto non si tocchino le cose che indicano. Parole di partiti o di politici, di tempi recenti, ai loro occhi sono tanto una parte della verità, quanto se fossero la voce della Scrittura o della Santa Chiesa. E hanno le loro forme, gerarchie e usi, che a loro sono tanto sacri quanto i Sacramenti datici dal Cielo.

    Il vero Cattolicesimo è commisurato alle esigenze della mente umana; ma si trovano spesso persone sorprese di non poter persuadere tutti gli uomini a seguirle, e non possono eliminare il dissenso, predicando una parte del sistema divino, invece della sua totalità.

    Nessuno è tanto imbevuto di una fede che ama da non avere forse qualcosa di settario da dimenticare; nessuno è di mente così angusta, e pieno di sè, da non essere influenzato, è da sperare, in una certa misura, dallo spirito della fede.



    Facciamo sempre nostri la preghiera e il tentativo, che possiamo conoscere l’intero consiglio di Dio, e crescere nella misura della statura di Cristo; che ogni pregiudizio, la fiducia in se stessi, l’insincerità, l’irrealtà, la sicurezza di sè e la partigianeria possano essere eliminati da noi alla luce della Sapienza e al fuoco della fede e dell’amore; finchè non vedremo le cose come le vede Dio, con il giudizio del Suo Spirito e secondo la mente di Cristo.



    John Henry Newman


    Sono un ragazzo di 23 anni, mio padre è di cl, ho sempre frequentato il movimento da quando ho cominciato il liceo fino all'anno scorso. Mi sono convertito in modo vero solo quando ho smesso di stare in cl anche se tuttora ho amici ciellini con cui condivido la vita. La mia conversione è arrivata per Grazia, dopo tanta inquietudine, depressione e dolore profondo, 9 mesi fa a Medjugorje. Dopo questa grazia la mia vita è cambiata in tutti i sensi e ripensando alla mia esperienza nel movimento mi sono accorto che nel metodo di cl c'è qualcosa di marcio (ma forse mi sbaglio). Dalla mia esperienza e dalla testimonianza che tuttora mi danno le persone cielline che frequento vedo chiaramente una sorta di alienazione nei confronti del movimento, una voglia di essere i migliori cristiani in assoluto, un attivismo esagerato, un'idolatria per Don Giussani e un attacamento morboso verso il suo pensiero e metodo. Perchè secondo te? Perchè se porti un'idea cristiana ma diversa da quella di Don giussani i ciellini non ti ascoltano e ti prendono per un pazzo?

    Dopo la mia conversione profonda ho iniziato a leggere moltissimi libri dei santi della chiesa e nei loro scritti mi ritrovo tantissimo mentre in quelli di cl c'è qualcosa di strano che non capisco. Inoltre, dopo la conversione, ho superato l'alienazione che mi aveva colpito anche a me. Avevo in mente che solo i ciellini erano brave persone che avevano capito il senso della vita, pensavo che solo stando nella compagnia potevo essere davvero felice e vivere il cristianesimo, solo seguendo il loro metodo. Ma non è vero perchè prima io non ero felice eppure mi era rimasta nella testa questa idea falsa. Naturalmente non voglio fare di tutte le erbe un fascio nel senso che ci sono anche brave persone nel movimento però il grosso è fatto di settari che per i quali il Papa è Carron e la Chiesa è solo cl.

    L'ultima domanda è perchè in cl non si parla mai dell'inferno, del giudizio di Dio, della gravità del peccato, del demonio e della salvezza eterna? Perchè non si parla mai dell'interiorità, delle cose spirituali ma solo dell'esteriorità?

    Aspetto una tua risposta, grazie! Scusa per la lunghezza del commento!

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  • Link al commento Bruno Vergani Venerdì, 19 Ottobre 2012 11:03 inviato da Bruno Vergani

    Andrea,
    è sempre conveniente emanciparsi da visioni di sorte avversa e da vittimismi per accettare una responsabilità personale. E' da qui, non dalle querimonie e neppure dall'affidamento a Mamme celesti che inizia ogni libertà.

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  • Link al commento Andrea Martegani Venerdì, 19 Ottobre 2012 11:49 inviato da Andrea Martegani

    Ok, grazie! Puoi cercare di rispondere, se hai voglia, anche alle altre domande che ti ho fatto nel commento? grazie

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  • Link al commento Bruno Vergani Venerdì, 19 Ottobre 2012 12:08 inviato da Bruno Vergani

    Caro Andrea,
    sono più che convinto che ti puoi rispondere da solo.
    Se ti interessa naviga nel mio blog, potrai incontrare degli spunti forse interessanti, ma il percorso è solo tuo.

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  • Link al commento Valdo Venerdì, 19 Ottobre 2012 15:39 inviato da Valdo

    Condivido del tutto il tuo post, grazie

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  • Link al commento matilde cesaro Domenica, 21 Ottobre 2012 16:00 inviato da matilde cesaro

    il cammino della responsabilità....la via della consapevolezza, la strada dell'autonomia, il percorso della saggezza...territori della libertà...mappe a rischio estinzione...contrapposti brevetti di umanità certificati di adesione e divulgazione.

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