Il governatore della Regione Lombardia presenta il suo saggio “Il buon governo” ; in 56 pagine formato e-book spiega la politica italiana dell’ultimo ventennio.
Vengono i brividi nel venire informati che un sistema oligarchico oscuro mira ad abbattere le forze democratiche popolari («la democrazia italiana viene commissariata da sistemi di influenza internazionali»), ma poi si tira il fiato venendo a conoscenza che qualcuno ci protegge e ci difende dall’orco, dall’attacco dei «poteri paludosi». Siamo ancora in piedi grazie a loro, guardiani della democrazia, salvatori in missione speciale.
Formigoni dell’uomo nero, nemico occulto planetario, intravede la sagoma, l’identikit affidabile non riesce a disegnarlo, però fa nome e cognome dei supereroi che lo combattono: Lega nord, missini e Berlusconi. Sono loro che ci proteggono dal rischio incombente di «deriva oligarchica», salvi grazie alla «storia di questa resistenza», eroi sempre lì a vigilare sulla democrazia italica, come il bambino olandese con il dito nel buco della diga, impegnati 24 ore su 24 a nostra difesa.
Finalmente arriviamo al cuore pulsante dell’e-book, le ragioni per cui il governatore intende restare al suo posto: gli «attacchi alla giunta lombarda» vengono interpretati come diramazioni provinciali dell’epopea su esposta. Ma Formigoni rassicura: «Non ce la faranno ad abbatterci»; babau, lupo mannaro e gattomammone avvertiti.
Al di là di comprensibili strategie politiche meramente difensive, stupisce l’assenza di imbarazzo del governatore per l’approccio fantasmagorico, contiguo a visioni politiche apocalittiche stile new age e ideologico-sovversive.
Storicamente possiamo osservare che l’enfatizzazione di un presupposto ente nemico è caratteristica di ogni integralismo, che grazie a fantomatiche minacce provenienti dall’esterno compensa il vuoto di proposta ed esalta l’identità politica anche se misera. Senza nemico il nulla. Pallone vuoto che rimane gonfio grazie all’aria continuamente soffiata da pseudopericoli imminenti, da pseudominacce incombenti. Che fatica.