Nel blog di Beppe Grillo si discute dei recenti scontri studenteschi; compare, tra numerosi simili, il seguente intervento:“… Non mi sono affatto vergognata dei miei sentimenti di violenza, io ho fatto il tifo per quei ragazzi che combattevano anche per me, e non importa che ci fossero infiltrati e mestatori vari. Io ho sperato con tutto il cuore che riuscissero ad arrivare lì, al cuore del problema, che riuscissero ad acchiapparne uno, almeno uno, uno qualsiasi, tanto sono tutti in ugual modo colpevoli.Ho sognato ieri la scena che ho poi visto oggi, purtroppo non in Italia, ma in Grecia, dove sono riusciti ad acchiappare un ministro e a dargliene di santa ragione.ho esultato, e non me ne vergogno, anzi, l'unica cosa di cui mi vergogno è che non ero lì anch'io. ma non mi sento violenta, la mia non è violenza, anche se solo sognata o auspicata, la mia è fame di giustizia, di libertà, di verità, di tranquillità, di speranza, di normalità, di bontà, di vita. Tutte le cose insomma di cui questi figuri ci hanno privato, a noi e ai nostri figli.”Il teorema dell’anonima autrice è il seguente: donna non violenta ma privata, lei e i figli suoi, di giustizia, di libertà, di verità, di tranquillità, di speranza, di normalità, di bontà. Usurpata dall’attuale classe dirigente della vita stessa, trova conforto esistenziale nell’immaginare ragazzi combattenti che, insieme a infiltrati golpisti, diano un paio di meritati e santi ceffoni ad un rappresentante del governo, il primo che acchiappano.Che questo governo sia tanto vigoroso da non implodere definitivamente a breve può anche darsi, forse grazie a chi condivide l’intervento suesposto; ma che sia tanto potente da privare della vita stessa l’amica grillina e con lei quanti condividono il medesimo stato d’animo, merita un approfondimento.Analogamente ad alcune credenze religiose è accolto un mito bizzarro: la realizzazione personale non dipenderebbe affatto dall’individuo, ma da forze estranee. Nulla si può fare per contrastarle; inutili ed inefficaci il pensiero personale, la creatività, la qualità del momento, l’onesta delle relazioni quotidiane, lo studio vivo della storia specialmente di quella contemporanea, della filosofia ad iniziare dall’attualissimo Karl Heinrich Marx, della letteratura, il rapporto con la natura, l’osservazione e l’analisi lucida, l’esperienza, il ragionamento, la testimonianza di chi ha sperimentato situazioni politiche e sociali ben peggiori dell’attuale. La superstizione accettata e introiettata sentenzierà che è tutto inutile; forze di potere assolute ed eterne, nelle sembianze di un anziano signore liftato, invaderanno l’intimo impedendoci personalmente d’essere e realizzarci. Impotenti, per dominazione fatale ed ineluttabile, arriverà la categoria della speranza, la sorella maggiore della querimonia, tipica delle superstizioni religiose: adesso è così ma forse domani cambierà. La primavera tarda ad arrivare, così non rimane che sognare un qualcuno che per noi punga, con uno spillo, il potere avverso. Reattività disperata incapace di pensiero.Forse abbiano esagerato, non meritano una cosmogonia. Beh non è detto, forse Bondi si.