Roma teatro Capranica ore 10, mentre gli italiani lavorano Giuliano Ferrara tenta il rilancio dopo la batosta delle amministrative e dirige la pièce: «Festa per il caro amico Silvio»; «Libera adunata dei servi del Cav.» intepretata dai direttori dei giornali di destra, lì sul palco un po’ depressi perché non più tanto sicuri che il proprio successo sia assicurato per il fatto di lavorare al successo di un altro, anche se ancora premier. Anche Armeni e Sansonetti sono lì non si capisce a fare che cosa. Pubblico anziano, qualche poltrona vuota, il festeggiato non si presenta, però interviene la Santanchè.Manco l’ “io” è padrone a casa sua sentenziava Freud, ma il tentativo del direttore del “Foglio” di mettere insieme l’essere servi con l’amicizia e la libertà non funziona manco per scherzo, l’autoironia risulta forzata e non passa.Il Vangelo secondo Giovanni non ironizza sulle faccende serie, sa che nel rapporto tra dominus e servus c'è un soggetto che domina un oggetto e Gesù Cristo dice la sua: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici». Flop conclamato al teatro Capranica che è però riuscito « A far capire all’uomo / che, se vive, è solo per grazia dei potenti. / Pensi dunque a bere il caffé e a dar la caccia alle farfalle. / Chi ama la 'res publica' avrà la mano mozzata» Czelaw Milosz. Meglio se bevevano il caffè, a dar la caccia alle farfalle non son capaci.