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Leggo che al Meeting di Rimini CL sta cambiando: bel titolo in sintonia con Papa Francesco, non c’è più formigonismo e neppure Lottomatica che sponsorizza. Per valutare il presunto miglioramento opportuno lasciar perdere il gossip e sentire per davvero il polso del paziente tastando la vena nel punto giusto: l’incontro su "Romano Guardini e Luigi Giussani in dialogo con la modernità" con Massimo Borghesi, Johannes Modesto e Monica Scholz-Zappa, introdotto da Alberto Savorana.

Johannes Modesto, postulatore della causa di beatificazione di Guardini, ne rendiconta l'opera accennando a estemporanei aspetti che lo accomunano a Giussani; Monica Scholz-Zappa si attarda in una prevedibile concelebrazione Guardini-Giussani piuttosto romantica, fragile e confusa perché forzata; Massimo Borghesi centra invece il bersaglio, non solo per l’erudizione riguardo la biografia e il pensiero di Guardini, ma per il coraggio e la lealtà intellettuale di esporli puntualmente evitando sincretismi concelebrativi. Chi ha orecchie per intendere intenda, per chi sa ascoltare oltre ai punti che accomunano Giussani a Guardini emergono chiare, a mio avviso incolmabili, differenze.

Borghesi inizia ricordando il valore d’ineguagliata profondità del modello sacrale medievale ripresi dalla Neoscolastica ma anche gli evidenti limiti: romantica nostalgia per un passato precritico, totalizzante, inabile nell’essere stimolata dalle valide e legittime istanze del moderno. Accenna alla concezione filosofica de “L'opposizione polare” elaborata da Guardini - purtroppo non sufficientemente sviluppata nella conferenza - cruciale questione degli opposti della quale, considero, che se Giussani avesse compreso e accolto l’uno per cento sarebbe collassato il novanta per cento della sua integralistica esaltazione e correlato metodo educativo. Notevole il passaggio di Borghesi quando annota i danni procurati da un soprannaturalismo che bypassa la natura, in primis la natura umana ontologicamente non oltrepassabile in quanto personale e libera. Ricorda criticamente il dr. Carl Sonnenschein, assistente spirituale che, negli anni '20 del Novecento, affermava «Siamo in una città assediata; perciò non ci sono problemi, bensì soltanto parole d'ordine» e a me torna alla mente il Giussani degli anni ’70 che mi latrava: «La casa brucia», la Chiesa brucia obbedisci non c’è tempo per riflettere - nella personale fattispecie obbedire a tale oggi rinviato a giudizio in due differenti procedimenti penali per gravi reati.

Ho offerto una chiave di lettura e rimando al video della conferenza. Chi ha orecchie intenda. Il cammino di revisione sarà difficoltoso, forse impossibile: Giussani non è Guardini, Guardini non è Giussani.