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L'etologia ha già descritto l'apparire della coscienza, della volontà e dell'etica nel regno animale, a partire almeno dai barlumi evidenziati in altri primati. Già Darwin nel testo sull'evoluzione dell'uomo indica la possibilità del processo. Alla base della coscienza c'è la percezione della differenza tra il "sè" e il "non sè", percezione di cui è capace anche una singola cellula, che, messa in un qualsiasi ambiente, cerca e scambia con il "non sè" tutto ciò che è indispensabile al "sè". Come a partire da questo fondamentale processo si arrivi a un bipede capace di pensare il "sé" in modo multiforme e a darne addirittura una rappresentazione mentale e un'interpretazione filosofica è questione che implica immediatamente il lemma "mistero". Mentre posso spiegare in modo preciso come si crea un'immagine sul mio desktop, temo che sarà impossibile spiegare come si crea (e che cosa è!) la rappresentazione visiva che il mio cervello elabora. In questo senso penso che Bruno abbia ragione.