Segnala il commento come inappropriato

Caro Bruno, l'osservazione è simpatica, ma non è vera. Semplicemente perché non è vera la definizione del "consulente filosofico doc".
Questi infatti non offre un "orientamento esistenziale" - se lo facesse ricadrebbe comunque nel campo dell'educativo - né parla granché delle "grandi domande della vita" - come dice Davide Miccione riprendendo Achenbach, il consulente filosofico si occupa del dettaglio, mentre le "grandi domande" sono pensieri all'ingrosso. Il consulente filosofico doc fa invece chiarezza sulla relazione tra il pensiero dell'ospite e la sua percezione della realtà; al limite, costruisce con lui una nuova mappa del mondo.
Ma quasi tutti hanno esigenza di chiarezza sui propri pensieri e di più precise mappe della realtà! Quindi perché il consulente doc non ha la lista d'attesa per le proprie prestazioni? E' semplice: perché i (sedicenti) filosofi consulenti continuano a proporsi per cose diverse da quel che dovrebbe fare un consulente doc, cioé appunto propongono orientamento esistenziale e riflessione su "grandi domande". Se - tutti quanti - proponessero solo di fare chiarezza sul pensiero avrebbero molti più consultanti!