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Penso che il gap sia anche quantitativo, come nel rapporto della parte col tutto. Forse siamo un po' quelle monadi di cui parla Leibniz, specchi viventi dell'universo che ci ha partoriti e del cui Logos siamo naturalmente compartecipi e cogestori. E però, in quanto individui, siamo figli ribelli e immaturi che devono solo tornare all'ovile contriti e sottomessi al Logos superiore di cui siamo solo funzionari e burocrati? Non mi piace. Del resto può darsi che anche Leibniz intendesse qualcosa del tipo che ogni monade è preziosa proprio perchè ha il suo particolare punto di vista che è giusto conservi? Non può essere che, se noi ci specchiamo nell'Universo, però anche l'universo si specchia in noi ed ha bisogno che ogni monade gli rimandi un'immagine nuova ed unica e non un suo modello standard per legge obbligatorio per tutti?