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“ Io spero che ci sarà sempre qualcuno poco sano di mente che sospetti, come me, che la freccia del tempo non proceda con i paraocchi, sempre diritta davanti a sé, dimentica dei suoi esordi e del suo percorso passato. Mi piace pensare ad un progressione del tempo come a spirale, che pur procedendo con passo deciso in avanti, recuperi e riutilizzi sempre i suoi inizi - consapevole che a questi deve tutto - un po’ come la palla di neve di Bergson che rotola arricchendosi sempre di nuovi contenuti ma che si accresce stratificandoli, che è costituita dal suo passato, dal suo presente che tutto questo passato conserva e, ovviamente, dal suo procedere verso il futuro. Certo se poi arriviamo a pensare ad un tempo addirittura ciclico che ripropone continuamente l'antico per fecondarlo con contenuti sempre inediti e per ricrearlo incessantemente - tipo un respiro cosmico - allora la nostra follia si fa più evidente … Rispetto i sani di mente (specie se voglio a loro bene come a Bruno Vergani e ad Alberto Biuso) e la loro freccia del tempo però sospetto che, se avessero un respiro più…lungo, dico alla lettera: se la loro inspirazione durasse quindici miliardi di anni, forse crederebbero in una espansione irreversibile del loro torace e non sospetterebbero che poi sopraggiungerebbe un’espirazione di altri quindici miliardi di anni ...e magari non si accorgerebbero che è proprio questo ritmo ciclico del loro respiro a mantenerli in vita.
E però, alla faccia del principio di non contraddizione di aristotelica ed antipatica memoria, il libro di Alberto Biuso è piaciuto molto pure a me (sono stato tra i primissimi a leggerlo: modestia a parte me lo ha affettuosamente regalato fresco di stampa). ”