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Egr. sig. Vergani,

mi perdoni se con questo commento esco dall'argomento del post, ma analizzando un tema strettamente connesso alla "crisi" della giunta Formigoni, mi ha sorpreso la pubblicazione nel settimanale "Tempi" di una quarantina di lettere inviate da Antonio Simone. Certamente, va rispettato il dramma umano di chi vive 6 mesi di carcere (che, specialmente in Italia, costituiscono una tortura lesiva della dignità della persona umana); purtuttavia, da quelle lettere mi pare che emerga una visione autoreferenziale della fede; la liquidazione in senso "amorale" degli atti di cui occorre rispondere dinanzi alla giustizia; la necessità di Simone di comunicare la sua personale "via crucis", senza tuttavia risparmiare feroci critiche alla magistratura o a Repubblica (quotidiano verso cui CL nutre un rancore che sfiora l'ossessione).

Ecco, mi piacerebbe conoscere il suo pensiero a riguardo.