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Caro Giorgio, ho letto con interesse e d'un fiato il tuo scritto, che condivido e sottoscrivo in più punti."Io sono me", quindi "Io sono" pertanto "Sono"Adesso sono, esperienza istantanea inconfutabile.Percezione istantanea d'essere, che non ha necessità alcuna di supporto esterno e che con il cielo azzurro raccontato da Cesana si compenetra, per questo, fin qui, avverto le sue parole di notevole spessore umano e di verità.Far poi coincidere la gloria del sono e anche del cielo con CL è invece teologia tribale, superstizione, inganno; credenza giustificata e alimentata dal nichilimo. Caro Giorgio, siamo diversi da CL e basta. Tutto qui.
Scrivevi di CL avariata per il metodo con cui è guidata, che giudichi all'origine sbagliato. Condivido, l'errore è la presunzione di possedere, in quanto prescelti dal destino, il significato ultimo di tutto e di tutti in maniera integrale e indiscutibile: la presenza di Cristo che, a loro dire, vive nella storia attraverso quella compagnia. Cristo coincide con loro. La verità coincide con loro. Il senso della storia pure, il bene pubblico anche. Qui sta l'equivoco insegnato da don Giussani, qui sta la malattia.